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I grandi sportivi: Giacomo Agostini

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I grandi sportivi: Giacomo Agostini

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GIACOMO AGOSTINI

Giacomo Agostini, nato a Brescia nel 1942. Agostini incominciò a correre in motocicletta piuttosto tardi. Disputò la sua prima corsa a 19 anni, e nell’anno successivo, il 1962 vinse il trofeo nazionale cadetti per la classe 250; nel 1963 è campione italiano di velocità juniores e della montagna per la classe 175; nel 1964 è campione italiano juniores nella 250.

L sua carriera è breve, ma le tappe vengono bruciate con una rapidità impressionante. Ed ecco finalmente il ragazzo alle prese con le corse sognate, alle prese con i grandi campioni, ed è appunto in questo difficile campo che dimostra il proprio talento.

Nel 1965 passa dall’Augusta esordendo tra i professionisti.

Sbalordisce le folle conquistando il titolo italiano ed il secondo posto nella graduatoria mondiale della classe 500. È secondo anche nella classe mondiale per la 350. Ma si rifarà nel 1966 strappando il titolo iridato a Hailwood, impresa questa che viene puntualmente ripetuta anche nel 1967.

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Il suo modo di correre è estremamente singolare. Con la sua tattica Agostini riesce divertire il pubblico, a piacere agli organizzatori, a non inimicarsi i suoi avversari.

Riesce a tenere in piedi cioè quel fragile mondo delle moto da corsa che, dopo il ritiro della Gilera, delle Guzzi, delle Honda, delle Suzuki, si regge quasi esclusivamente sulle spalle di una decina di piloti professionisti e di una quarantina di dilettanti.

La MV Augusta dà ad Agostini uno stipendio di 50.000.000 Lire l’anno. Gli organizzatori lo pagano da un milione a un milione e mezzo per ogni gara cui prende parte.

Oltre a questi grandi incassi ce ne sono di più piccoli. Il casco integrale “Bell” la scritta “Dunlop” sulla tuta di pelle, e altre cose pubblicitarie, Agostini non disdegna neppure i guadagni minimi.

Prima si ragionava in lire, ora in euro, ma anche all’epoca c’erano sicuramente una grande quantità di scommesse sportive e di conseguenza di quote per i vari appuntamenti. Qui invece troverete sempre tutto aggiornato e al massimo del top nel web per le vostre scommesse e casino online sempre aggiornati.

La meticolosità della vita privata non è che un riflesso di quella sportiva.

Il suo allenamento preferito è il cross (con una Jawa 420 o una Greeves 250) che va a fare insieme al fratello Felice sui prati vicini a casa.

Per allenarsi su strada ha una Triumph Trident 750 che gli ha regalato la casa inglese e che mette in moto a spinta come se fosse in gara.

La caratteristica principali di Agostini è la prudenza. “Si muore perché si dimentica il pericolo” dice. In gara non rischia mai più del necessario. Anche per questo non cade quasi mai.

In dieci anni di carriera è caduto solo 6 volte (ha collezionato una frattura a un dito del piede e 12 punti al naso e alle mani).

La caduta più dolorosa fu a Valle Lunga: strisciò sull’asfalto per 150 metri. È proprio la prudenza che finora lo ha dissuaso dal passare all’automobilismo.

“Ho paura di una cosa sola – dice Agostini – rimanere imprigionato tra le lamiere di un’auto in fiamme”

Ciò però non gli ha impedito di provare un paio di volte l’ebbrezza delle quattro ruote.

Nel 1967 a Modena fece 29 giri del circuito su una Dino 2.000. Nel marzo di quell’anno a Goodwood, in Inghilterra ha provato una March Ford F. 2 sulla quale, è probabile farà qualche corsa.

Fino all’epoca Agostini vinse circa un’ottantina di gare.

In attesa del nostro secondo articolo continuate a seguirci, visitare le nostre quote online, piazzare le vostre scommesse non aams e giocare ai nostri casino online.

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