Dall’oceano di attese e promesse con cui Lorenzo Insigne era sbarcato a Toronto, nel giro di poco più di un anno si è passati a una mesta realtà: l’ex bandiera del Napoli potrebbe già salutare il club canadese. La notizia arriva come un fulmine a ciel (nemmeno troppo) sereno in prossimità degli Expansion Drafts della Major League Soccer, in programma nelle prossime ore. Questi speciali “mercati” di selezione, unici nella logica della MLS, consentono alle nuove franchigie di scegliere alcuni giocatori non protetti dalle rispettive società. E tra i nomi messi in lista dal Toronto FC figura proprio quello di Insigne, l’uomo che doveva rappresentare la svolta tecnica ed estetica del club canadese.
Un nuovo ingresso in MLS: San Diego FC
Il motivo per cui il nome di Insigne è emerso ora è la prossima entrata nella lega di San Diego FC, la trentesima franchigia della MLS attiva dal 2025. Inserita nella Western Conference, questa nuova realtà – finanziata dal magnate egiziano Mohamed Mansour, sostenuta dal gruppo Sycuan della Kumeyaay Nation e con soci di minoranza di spicco come la stella del baseball Manny Machado – parte con ambizioni enormi. L’Expansion Draft è la prima occasione per San Diego di attingere dai roster esistenti e provare a costruire una squadra competitiva fin da subito. Una delle regole è chiara: San Diego può selezionare fino a cinque giocatori, ma solo uno per ogni club esistente.
La sorpresa: Insigne tra gli “unprotected”
È qui che la situazione si fa interessante. Ogni club può proteggere solo un certo numero di calciatori, lasciandone alcuni “unprotected”, ossia disponibili a essere scelti dalle nuove franchigie. Se la presenza di alcuni nomi meno altisonanti tra gli “unprotected” era prevedibile, stupisce, e non poco, leggere il nome di Lorenzo Insigne tra questi. Il Toronto FC ha deciso di non garantirgli quell’immunità. È una mossa inattesa se consideriamo l’attesa e l’investimento che gli avevano accompagnato lo sbarco dell’ex capitano del Napoli in Canada. Ma forse nemmeno troppo, se si guarda al contesto di risultati e costi.
Le cifre dell’investimento e i risultati mancati
Insigne era giunto a Toronto come una star del calcio europeo, uno dei migliori giocatori italiani in circolazione. Il club canadese aveva puntato su di lui e su altri nomi di prestigio, come l’ex bianconero Federico Bernardeschi, per rilanciare la propria immagine e ambire a successi sportivi in MLS. Ma la verità è che le performance della squadra non hanno mai toccato i vertici attesi. Niente playoff in due anni, un rendimento individuale del calciatore al di sotto delle aspettative: 14 gol e 11 assist in 54 partite non bastano a giustificare l’ingaggio colossale di Insigne, il secondo più alto della lega dopo quello di Lionel Messi (20,5 milioni di dollari per l’argentino, 15,4 per l’italiano).
In un contesto del genere, il club canadese ha maturato l’idea che mantenere un calciatore così costoso, senza aver centrato gli obiettivi e senza prospettive di immediata rinascita, sia controproducente. Da qui, la decisione di inserirlo tra gli “unprotected players”. Non significa che Insigne verrà certamente selezionato dal San Diego FC, ma il segnale è evidente: il Toronto non si opporrebbe a una sua partenza.
San Diego, un sogno a occhi aperti ma costa caro
Il San Diego FC si presenta alla MLS come una realtà ambiziosa e ricca, già pronta a investire forte sul mercato: ha posato gli occhi su profili di spessore, si parla addirittura di Lozano (ex Napoli) e di Ochoa (ex Salernitana) come possibili rinforzi. Già questi nomi dimostrano che la nuova franchigia non intende restare a guardare. Certo, la tentazione di mettere le mani su un calciatore del calibro di Insigne, con il suo bagaglio di esperienza in Serie A, Champions League, Europeo vinto con l’Italia, sarebbe fortissima.
Il problema è l’ingaggio. Insigne guadagna 15,4 milioni di dollari, una cifra monstre per la MLS. Anche un club ricco e ambizioso come San Diego potrebbe farsi due conti e decidere di investire diversamente. L’Expansion Draft non è una pura asta al rialzo: San Diego può selezionare un giocatore senza dover sborsare una cifra di trasferimento elevata, ma poi mantenerlo a libro paga è un altro discorso. Con quell’ingaggio, l’equilibrio complessivo della rosa potrebbe risentirne. L’ambizione è grande, ma ci sono limiti pratici da considerare.
Bernardeschi “protetto”, Insigne no
Curiosamente, il Toronto ha deciso di proteggere Bernardeschi e non Insigne. Un dettaglio significativo. Forse il club canadese preferisce puntare sul “soldato Berna”, meno costoso e più funzionale, piuttosto che su un Insigne costoso e che non ha fatto la differenza come sperato. L’aver protetto Bernardeschi indica chiaramente una preferenza a ripartire con lui nel medio periodo, o almeno a non volerlo perdere gratuitamente in questa fase.
Le opzioni per Insigne
Se il San Diego FC non lo selezionerà nell’Expansion Draft, Insigne resterà a Toronto? Certo, ma la sensazione è che il rapporto tra il giocatore e il club si sia incrinato. Un divorzio a fine stagione potrebbe essere lo scenario più probabile, magari negoziando con altre franchigie MLS capaci di sostenerne lo stipendio, oppure cercando un ritorno in Europa, chissà, a condizioni accettabili. Anche se il ritorno nel Vecchio Continente non appare così semplice: i top club hanno i loro piani, e un giocatore con un ingaggio così elevato e reduce da un’esperienza non brillante in MLS non è il profilo ideale per molti.
Un finale tutto da scrivere
Dunque, la “triste fine” di Lorenzo Insigne al Toronto FC potrebbe materializzarsi, come scrivono alcuni, ma è ancora presto per i titoli di coda. Il fatto che il suo nome sia in lista non significa un addio immediato, solo che il club non lo considera incedibile né un pilastro imprescindibile. Se San Diego vorrà il suo cartellino, dovrà mettere in conto un investimento ingente sull’ingaggio. Se non lo farà, si aprono altri scenari.
In tutto questo, per gli appassionati di calciomercato, la MLS diventa ancora più intrigante: una lega in crescita, con club emergenti pronti a scommettere pesantemente. Chi segue queste situazioni con attenzione, monitorando rumors e suggestioni, si divertirà a immaginare dove potrebbe finire Insigne, quali quote online e calciomercato potrebbero emergere dal prossimo scenario. La certezza è che l’esperimento Toronto, nato tra squilli di tromba e grandi aspettative, rischia di finire in un sussurro.
Certo, “triste fine” può sembrare un giudizio affrettato. Insigne ha ancora del potenziale, è un calciatore di classe e di esperienza. Ma il mondo del calcio non aspetta, e chi non offre prestazioni all’altezza del nome e dell’ingaggio pagato finisce nella lista dei sacrificabili. Non resta che attendere cosa succederà nei prossimi giorni con l’Expansion Draft, e poi, nei mesi successivi, le eventuali trattative sotterranee. Una cosa è chiara: il futuro di Insigne in MLS non è più così solido come sembrava, e la “fine” di questa avventura nordamericana, triste o meno, potrebbe arrivare molto prima del previsto.