La notte di Yas Marina fa da sfondo a un finale di stagione che entrerà negli annali della Formula 1. Il GP di Abu Dhabi, atto conclusivo del Mondiale 2024, consegna alla McLaren un titolo Costruttori che mancava dal 1998, dai tempi di Hakkinen e Coulthard. Un’impresa che non solo riporta il team di Woking in vetta al pianeta Formula 1, ma soprattutto rilancia un progetto che sembrava destinato a restare comprimario. È Lando Norris l’uomo copertina di questa serata stellare: il giovane britannico vince la gara con autorità, suggellando un’annata di crescita esponenziale. Dietro di lui, una Ferrari tenace e generosa piazza entrambe le monoposto sul podio: Sainz secondo e Leclerc terzo. Ma non basta per il sogno iridato del Cavallino, che sperava in un miracolo per ribaltare il gap in classifica. Invece, la rimonta si spegne davanti a una McLaren impeccabile, capace di incassare i colpi e reagire con fermezza.
Un finale degno di un romanzo
In molti pronosticavano un duello senza esclusione di colpi tra Ferrari e McLaren per la Corona Costruttori. La Rossa arrivava all’ultimo appuntamento stagionale con una missione quasi disperata: recuperare 21 punti in un GP contro una McLaren solida e nel pieno della sua maturità. Gli uomini di Maranello sapevano di doversi affidare al talento di Sainz e Leclerc, ma anche a un pizzico di fortuna. Quest’ultima sembra manifestarsi già al via, quando un contatto coinvolge Oscar Piastri – il secondo pilota McLaren – e Max Verstappen, relegando l’australiano al fondo del gruppo. Un colpo di scena che in teoria spalanca le porte alla Ferrari, chiamata a sfruttare l’occasione.
Tuttavia, la McLaren non è un progetto fragile: dietro la riemersione del team di Woking c’è un lavoro di rifinitura durato anni, un’organizzazione al top e la crescita di Norris come uomo squadra. Mentre Piastri sprofonda e Verstappen si ritrova invischiato in una lotta di centro gruppo, Norris impone un ritmo che non lascia scampo ai rivali. La sua è una gara da leader consumato: parte bene, mantiene la calma, gestisce le gomme e incrementa il distacco quando serve, rispondendo a ogni tentativo di riavvicinamento.
La Ferrari ci crede, ma non basta
Se Norris vola, la Ferrari tenta l’arrembaggio. Sa di non poter contare soltanto su Sainz e sulla sua regolarità: le due SF-24 devono dare il massimo. Leclerc, penalizzato dalla retrocessione in griglia dopo una qualifica sottotono, scatta dalle retrovie, costretto a un’impresa. Il monegasco sfodera una grinta da pilota esperto, risalendo la china con sorpassi chirurgici, mentre Sainz compie un lavoro di altissimo livello: non sbaglia una traiettoria, mantiene un ritmo costante, si fa trovare pronto in ogni situazione.
Leclerc arriva a ridosso del podio grazie a una rimonta furibonda, guadagnando posizioni come fossero caselle di un videogioco. Maranello spera: l’incidente di Piastri al via è il segnale che serviva? Forse sì, ma la realtà è che Norris resta imprendibile. E la matematica non perdona: per agguantare il titolo, alla Ferrari sarebbero servite combinazioni di arrivi che non si materializzano. La McLaren è attenta, mantiene il controllo della gara con Norris e, nonostante Piastri chiuda decimo, riesce a conservare un margine sufficiente.
Norris, un vincitore maturo
Lando Norris conclude il 2024 con il titolo di vicecampione del mondo Piloti e la quarta vittoria stagionale. Ma soprattutto con la consapevolezza di aver portato lui la McLaren sul tetto del mondo, riportando un’alloro Costruttori in bacheca dopo oltre due decenni. È un successo frutto di talento, calma, padronanza tecnica, e anche di un feeling totale con il team. Quando taglia il traguardo, Norris esulta: “Abbiamo fatto un lavoro incredibile per tutta la stagione, soprattutto pensando da dove eravamo partiti. Oggi ho commesso pochi errori, la squadra è stata perfetta e con questa vittoria chiudiamo nel migliore dei modi. Sono fiero di tutti”.
Una dichiarazione che mostra umiltà e riconoscenza verso un gruppo di ingegneri, meccanici e dirigenti che negli ultimi anni ha rilanciato la McLaren come top team. Il team principal Andrea Stella può sorridere: “È stata una lotta dura con la Ferrari, entrambi i team meritavano tanto, ma noi abbiamo raccolto i frutti di un lungo lavoro. Questo titolo è la dimostrazione che la mentalità vincente e la resilienza pagano”. Parole che suonano come un monito alle rivali: la McLaren non intende fermarsi qui.
La delusione della Ferrari e il futuro
La sconfitta della Ferrari non è un tracollo, ma uno schiaffo a una stagione in cui le aspettative erano altissime. Sainz chiude secondo, con una gara solida, e Leclerc completa il podio in terza posizione, coronando una rimonta straordinaria. Eppure, non basta: il Cavallino rampante resta a mani vuote. Ora a Maranello dovranno riflettere su cosa non abbia funzionato nei momenti decisivi del campionato. I 21 punti di distacco alla vigilia non erano un caso, frutto di gare in cui i rossi hanno mancato l’appuntamento con la vittoria.
Si chiude anche un capitolo importante: Sainz lascia la Ferrari dopo cinque anni, durante i quali ha regalato 4 vittorie, 6 pole e 25 podi. Un pilota costante, professionale, che ha contribuito con il suo stile a mantenere la squadra ad alti livelli. Nel 2025 vestirà il rosso della Mercedes, cercando nuovi trionfi. Anche Hamilton saluta la Mercedes da quarto in questa gara, ricordando a tutti il suo palmarès insuperabile (6 Mondiali con la Stella a tre punte) e la voglia di continuare a competere ad altissimi livelli. Il mercato piloti aprirà scenari interessanti in vista della prossima stagione.
La gara e i momenti chiave
La corsa di Abu Dhabi ha offerto emozioni intense fin dal via: l’incidente tra Verstappen e Piastri alla prima curva ha stravolto gli equilibri iniziali, con l’australiano costretto a una rimonta disperata. Il contatto ha favorito i progetti della Ferrari, che si è illusa di poter recuperare terreno. Ma la gara ha preso una piega diversa: Norris è scappato via, Piastri ha lottato per rientrare almeno in zona punti, Verstappen ha imprecato per la penalità di 10″ accusando gli steward (“Stupidi idioti”), e Leclerc ha mostrato una grinta degna dei tempi migliori.
Politiche di pit stop ben gestite non hanno alterato le gerarchie. Norris ha condotto in maniera impeccabile, la Ferrari ha sperato fino all’ultimo in un imprevisto che non è arrivato, la Mercedes si è consolata con il quarto posto di Hamilton da 16°, mentre Gasly e altri outsider hanno provato guizzi interessanti ma senza incidere sul vertice della classifica.
Kvara, Di Lorenzo, Politano: i guizzi napoletani non hanno scalfito la serenità di Norris e della McLaren, che hanno condotto una prova da manuale. Un finale di stagione che proietta il team di Woking in una dimensione nuova e antica al tempo stesso: quella del vincente.
Sipario su un’epoca, nuove sfide all’orizzonte
Calano i riflettori su un’annata memorabile. La McLaren trionfa, la Ferrari chiude con un amaro secondo posto nel Costruttori, la Mercedes cambia pagina con Hamilton che dal prossimo anno sarà in rosso, e la Red Bull si prepara a nuove strategie dopo una stagione di alti e bassi. Il tutto condito da un calciomercato dei piloti che promette sorprese e incroci inaspettati.
Nel frattempo, chi ama investire in emozioni sportive e anticipare i colpi di scena, guarderà alle prossime quote online con un interesse sempre più vivo. La Formula 1, d’altronde, è un gioco di equilibri sottili, dove ogni dettaglio può cambiare il destino di una stagione e le valutazioni dei bookmaker.
Ora si torna ai test, alle gallerie del vento, alle trattative segrete con i piloti che potranno cambiare casacca, alla ricerca dell’equilibrio perfetto tra aerodinamica, potenza, strategia e nervi saldi. E mentre i meccanici smontano gli ultimi gazebo nel paddock di Yas Marina, resta la sensazione che nulla sarà più come prima: la McLaren è tornata grande, l’Atalanta gode in cima alla classifica, la Ferrari dovrà ritentare l’assalto l’anno prossimo. Nell’attesa, la Formula 1 saluta il 2024 con un grido: chi vince oggi non è detto che vinca domani. E quest’incertezza non fa che aumentare il fascino di uno sport in continua evoluzione.