Nel cuore del progetto sportivo e manageriale del Milan c’è Geoffrey Moncada, il direttore tecnico che ha fatto del suo approccio analitico e lungimirante una delle colonne portanti del club. All’interno di un approfondimento della Harvard Business School, Moncada ha offerto uno sguardo dietro le quinte delle strategie rossonere, parlando di calciomercato, scouting e progetti a lungo termine. Tra i temi toccati, il mancato arrivo di due stelle mondiali come Vinicius Jr. e Jude Bellingham, la filosofia di puntare su giocatori sottovalutati e l’importanza di una visione manageriale condivisa.
Vinicius e Bellingham, i rimpianti che non cambiano la visione
Moncada ha sorpreso svelando un retroscena intrigante: “Abbiamo provato a ingaggiare Vinicius Jr. quando aveva 17 anni e Jude Bellingham a 20. Ma competere con club come il Real Madrid, a livello economico, era impossibile per noi in quel momento. Dobbiamo accettarlo.” Una dichiarazione che getta luce sull’ambizione del Milan anche in passato, ma che evidenzia le sfide di operare in un contesto di mercato dominato dai colossi europei.
Nonostante questi mancati colpi, Moncada non ha dubbi sul valore della strategia del Milan: “Negli ultimi anni abbiamo portato grandi giocatori al club. Per me, come ex scout, è una sfida personale scoprire talenti sottovalutati e portarli a rendere al massimo livello.” Un esempio lampante è Tijjani Reijnders, un giocatore acquistato dal campionato olandese per una cifra accessibile e ora titolare fisso sia nel Milan che nella nazionale olandese.
Il ruolo del direttore tecnico: ponte tra sport e business
Il lavoro di Moncada non si limita alla scoperta di talenti, ma si estende a essere un punto di collegamento cruciale tra la parte sportiva e quella manageriale del club. “Il direttore tecnico è il ponte tra l’allenatore, i giocatori e il lato commerciale,” spiega Moncada. “Parlo quotidianamente con Furlani per condividere informazioni su come stanno i giocatori, su cosa serve per il futuro e su come migliorare settori chiave come il reparto medico o il settore giovanile.”
Il team di Moncada comprende dieci scout divisi tra Italia e il resto del mondo, oltre a un’unità di analisi dati basata a Casa Milan. “Grazie alla collaborazione con Zelus, una compagnia di analisi dei dati, possiamo identificare giocatori interessanti, ma la decisione finale non è mai basata solo sui numeri. Serve equilibrio tra dati e valutazione umana,” precisa Moncada.
Un mercato intelligente: giovani, non nomi altisonanti
Il Milan ha adottato una filosofia di mercato chiara: puntare su giovani promettenti invece che su grandi nomi con ingaggi pesanti. Moncada lo spiega con pragmatismo: “Stiamo correndo rischi calcolati. Preferiamo costruire per il lungo termine anziché cercare successi immediati con nomi altisonanti. Forse questo approccio non porta risultati subito, ma crea valore nel tempo.”
L’esempio di Reijnders è emblematico. “Giocava in Olanda e molti si chiedevano: perché nessuno lo vuole? Noi lo abbiamo acquistato a un prezzo vantaggioso, e ora è titolare sia nel Milan che in nazionale. È questo il tipo di operazione che ci consente di crescere.”
Il supporto strategico di Billy Beane e il metodo Moneyball
La collaborazione con Billy Beane, l’ideatore del celebre approccio Moneyball, è un altro tassello del progetto Milan. “Billy ci fa domande, ci dà idee e ci aiuta a individuare buoni giocatori utilizzando i dati,” racconta Moncada. Tuttavia, il direttore tecnico sottolinea che il Milan non si basa esclusivamente sui numeri. “I dati sono uno strumento fondamentale, ma la decisione finale dipende anche da valutazioni tecniche e umane.”
Scaroni e Stefanelli: visione a lungo termine e la sfida dello stadio
Le strategie sportive si intrecciano con una visione manageriale ambiziosa, come evidenziato dalle parole del presidente Paolo Scaroni. Parlando di Giorgio Furlani, CEO del Milan, Scaroni sottolinea la complessità del ruolo: “Lavorare per un club come il Milan è diverso da gestire numeri in una società di investimenti. Il compito principale è motivare le persone, ed è una sfida che Furlani sta affrontando con grande intelligenza.”
Anche Riccardo Stefanelli, membro del Consiglio d’Amministrazione, ha offerto un punto di vista interessante. “Far comprendere ai tifosi più appassionati che stiamo costruendo per il futuro, anziché puntare tutto sul vincere subito, è una grande sfida. I nostri fan vogliono risultati immediati, ma noi dobbiamo pensare a creare valore nel lungo termine.”
Un altro punto cruciale è il progetto per il nuovo stadio. Stefanelli spiega come un impianto moderno possa trasformare il modello di business del club: “Un nuovo stadio ci permetterebbe di andare oltre i 40 euro medi per biglietto, creando un’esperienza che dura 4-5 ore e genera ricavi aggiuntivi da ristorazione, merchandising e ospitalità aziendale. Vogliamo uno stadio che sia vivo 300 giorni all’anno.”
Un Milan che guarda al futuro con ambizione
Le parole di Moncada, Scaroni e Stefanelli delineano un Milan ambizioso, ma con i piedi per terra. La strategia di puntare su giovani talenti, unita all’utilizzo intelligente dei dati e a una visione manageriale lungimirante, sta trasformando il club in un modello da seguire. Per gli appassionati di news calcio e per gli esperti di scommesse online, il Milan rappresenta un esempio di come l’equilibrio tra sport e business possa creare successi duraturi.
Con operazioni di mercato mirate e un occhio attento al futuro, i rossoneri dimostrano che la pazienza e la programmazione possono portare lontano. E se i nomi di Vinicius Jr. e Bellingham restano un sogno, Moncada e il suo team continuano a lavorare per scovare il prossimo grande talento che vestirà il rossonero. Le quote online sui successi futuri del Milan potrebbero presto rispecchiare il frutto di questa visione strategica.