Le Olimpiadi del 1916 avrebbero dovuto essere disputate a Berlino ma vennero soppresse per il primo grande conflitto mondiale.
Le Olimpiadi di Anversa nel 1920 si aprirono in un clima totalmente nuovo. La guerra aveva infranto antichi tabù. Le donne avevano ottenuto il diritto al voto nei paesi anglosassoni e scandinavi.
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Portavano abiti più corti, fumavano in pubblico e cominciavano a tagliarsi i capelli. Gli operai avevano raggiunto le otto ore di lavoro giornaliero. Erano nate nuove nazioni: Cecoslovacchia, Ungheria, Jugoslavia, Estonia, Lituania, Lettonia. La Russia, dopo la rivoluzione bolscevica, era in preda alla guerra civile.
In Italia era sorto il partito fascista. Le Olimpiadi di Anversa riuscirono bene anche se, si ridussero ad un grande duello tra Stati Uniti e Commonwealth britannico.
Ad Anversa gli atleti presenti furono 2.606 tra cui 63 donne e le nazioni partecipanti 29. La Germania è esclusa.
Per la prima volta nella storia dei giochi olimpici comparve il vessillo olimpico, bianco, con i cinque anelli colorati. Alfiere della squadra italiana, presente con 162 atleti (per la prima volta con una donna), è Nedo Nadi allorché i giochi vengono inaugurati il 14 agosto del re Alberto del Belgio.
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Si era allora entrati nel clima olimpico: anche in Italia si fecero le cose per bene. La nostra rappresentativa venne scelta soltanto dopo numerose prove selettive nazionali. Era insomma in palio il prestigio della nazione.
In atletica vennero battuti tredici primati olimpici e sei mondiali. Comparve clamorosamente il finlandese Paavo Nurmi che terminò i giochi cin tre medaglie d’oro conquistate nei 10.000 metri, nel cross-country di 10 chilometri e nel cross a squadre.
I finlandesi furono i grandi protagonisti delle prove di atletica: oltre a Nurmi il più grande corridore fino ad allora mai visto, presentarono Kolehmainene che vinse la maratona, ed ottennero il primo posto nel lancio del peso, del disco, del giavellotto e nel salto triplo.
Gli americani dominarono le gare veloci e la staffetta 4×100. Il torneo di pugilato prese consistenza, anche per la minor leggerezza con cui vennero fatte le selezioni. Ma se Nurmi fu il trionfatore nelle gare di atletica, l’italiano Nedo Nadi fu l’uomo-olimpiade. Per questo nostro schermitore le cronache sprecarono gli aggettivi, ma uno solo fu quello esatto: imbattibile.
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Nato a Livorno nel 1894, aveva cominciato a gareggiare a 12 anni. Sei volte campione olimpico, campione del mondo delle gare militari nel 1919, campione mondiale professionisti, si aggiudicò più di settanta tornei, nazionali e internazionali. Nedo Nadi fu l’unico atleta a vincere in una sola Olimpiade, quella appunto di Anversa, cinque medaglie d’oro: vinse il fioretto individuale, il fioretto a squadra, la spada a squadra, la sciabola a squadre e la sciabola individuale.
Morì nel 1940. Questo suo eccezionale primato verrà superato soltanto alle olimpiadi di Monaco nel 1972 allorché l’americano Mark Spiz conquisterà sei medaglie d’oro nel nuoto.
L’Italia ottenne ad Anversa un elevato bottino di medaglie: 13 d’oro, 5 d’argento e 6 di bronzo. Nell’atletica leggera il tipografo Ugo Frigerio conquistò due medaglie d’oro nella marcia: 3 e 10 chilometri. Si ebbero inoltre successi nel canottaggio (due con), nel ciclismo (inseguimento a squadre), nella ginnastica (con corso a squadre ed individuale con Giorgio Zamponi), negli sport equestri (salto ad ostacoli individuale con Tommaso Lequio).
Un episodio curioso ebbe per protagonisti gli italiani nella pallanuoto. Nella partita con la Spagna, al termine dei tempi regolamentari le squadre erano in parità, ma due giocatori italiani non scesero in vasca perché colti da malore per l’eccessivo freddo dell’acqua e la Spagna riuscì a segnare il gol della vittoria.
Con le sue medaglie l’Italia riesce a classificarsi al secondo posto nella classifica a squadre. Un traguardo esaltante, come le vostre scommesse online, dopo aver visitato le nostre top quote online o giocato ai nostri casino online non aams.