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Tennis: Boris Becker, potenza, scommesse e prodigio, parte finale

Becker oggi

Eccoci sempre con la nostra rubrica sul grande Tennis, perché www.livesportshow.com oltre ad essere scommesse online, quote online, pronostici calcio, schedine, ecc, è anche news, curiosità e tanto.

Continueremo allora con le nostre brevi biografie sui campionissimi del Tennis. Raccontando e cercando di spiegare le loro gesta, non lasciando mai da parte ovviamente le nostre scommesse sportive, i casino online e vari bonus benvenuto.

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Boris Becker

Sempre a Roma, la finale tutta d’attacco persa contro Sampras bruciò non poco a Becker. Era il 15 maggio del 1994, Pistol Pete giocò in quell’occasione il suo miglior tennis sulla terra rossa, dominando Boris 6-1, 6-2, 6-2. Ma quello che non ha mai ottenuto sulla terra, se l’è sicuramente ripreso con gli interessi sul cemento e l’erba.

Negli Open d’Australia il tedesco ha trionfato due volte, agli Us Open il successo arrivò nel 1989 a soli 22 anni, dopo aver già portato a casa tre vittorie a Wimbledon; pensate alle scommesse sportive e le quote dell’epoca come fluttuavano. A New York il destino lo salvò al secondo turno. Il suo avversario, l’americano Derrick Rostagno, ebbe due match point e il nastro aiutò Becker correggendo un passante che altrimenti sarebbe stato facile preda dell’americano. Dopo quella fortuna, prese lo slancio per stravincere il torneo battendo in finale Lendl. Sul cemento si esaltò, superando al traguardo, per l’ennesima volta il ceco reduce dall’ottava finale consecutiva a New York.

Due anni dopo Boris piegò nuovamente Lendl nella finale degli Open d’Australia. Anche lì trionfò in quattro set, era il 1991. In quell’edizione la gara più dura del torneo di Boris la vinse contro Omar Camporese. Si impose al termine di una maratona, 14-12 al quinto set, dopo cinque ore e undici minuti a fine partita Boris fu molto generoso con l’azzurro dicendo: “uno che gioca così bene deve stare stabilmente tra i primi dieci al mondo”. Forse una vera scommessa persa.

Nei top 10 Becker c’è rimasto per ben 11 anni, secondo sicuramente le varie scommesse sportive del tennis. Boris salì al numero 1 del mondo proprio nel 1991, vincendo a Melbourne. Sempre in Australia ha trionfato nel suo sesto e ultimo Slam vinto in carriera. Rischiò di perdere nella prima settimana contro Greg Rusedski e Thomas Johansson, due match finiti entrambi al quinto set. Poi in finale aggredì in modo scientifico su ogni palla Michael Chang. Boris era alla soglia dei 30 anni, da quell’edizione di Wimbledon vinta a 17 anni era passata una vita. Era arrivato verso il tramonto con un fisico logorato, dopo aver chiesto tantissimo alla schiena e a un’anca, ma sapeva Boris che per vincere quel suo ultimo Slam doveva giocare tutto all’attacco. Senza pensarci due volte. Aggredì Chang anche sul servizio. Un tennis d’attacco prepotente e spettacolare. Le quote online erano infatti leggermente a favore dell’americano. La partita perfetta per imporsi 6-2, 6-4, 2-6, 6-2.

Il repertorio tecnico di Boris Becker è stato devastante. Il servizio ha inchiodato qualsiasi avversario. Forza di gambe e dorsali. Un mix perfetto con traiettorie spesso illeggibili.

Il diritto è stato allo stesso livello del servizio. Un’eccellenza nel suo gioco. Un colpo da ko che lasciava immobile gli avversari. Micidiali. Il rovescio era meno potente, ma rimaneva un colpo solido e anche insidioso per l’alternanza con la soluzione in back. La volèe è stata una delle migliori di sempre. A rete non faceva passare uno spillo. Polso di marmo ma mano sensibile a qualsiasi ricamo. Sapeva essere una roccia ma poi in grado di accarezzare la palla. Completo, con l’aggiunta dei tuffi a rete. Un gigante abile a tuffarsi come un acrobata sull’erba. Praticamente una scommessa vincente in qualsiasi situazione. Mezzi fisici e carica agonista spiccata. Non aveva paura di nessuno, neanche a 17 anni, erano gli altri ad avere paura di lui.

La Boom Boom mania in Germania ha toccato livelli altissimi dal quel 7 luglio 1985. Era il campione che cercavano da una vita e ha aggiunto ai tanti trofei anche il contributo in Coppa Davis in cui è stato l’eroe decisivo con 38 vittorie e solo 3 sconfitte in singolare, permettendo alla Germania di vincere la Coppa Davis nel 1988 e 1989, rispettando i pronostici e le quote.

Carriera da record, tornei vinti e tanti soldi guadagnati. Ma non tutto è stato un paradiso dorato per Boris Becker, soprattutto nel post carriera. Anche per questo la notizia che Becker, a un certo punto della sua vita, abbia pensato di mettere in vendita all’asta i trofei di Wimbledon è stato un duro colpo per tutti. Non aveva scelta, vista la situazione economica che lo aveva portato alla bancarotta del 2018. All’asta sono finiti alla fine non i trofei ma racchette e vari ricordi della sua carriera per raccogliere circa 680 mila sterline. Il rovescio della medaglia di un campione amatissimo e anche controverso.

“Non sono Dio, faccio degli errori” è stata la sua giustificazione. Un post carriera tra divorzi, problemi col fisico, investimenti sbagliati e dissesti finanziari, come se a un certo punto avesse quasi voluto autodistruggersi. Cercò di rimettersi in gioco come assistente coach di Djokovic e provando a ricostruirsi una vita come consulente tecnico della Federazione tedesca. Dai Campi in erba, ai tavoli verdi dei casino online, poker, apparizioni tv e commentatore di golf.

Rimarrà per sempre tra i grandi personaggi dello sport, per la sua forza di andare ben oltre il tennis. Una furia capace a 17 anni di trovarsi il mondo in mano tenendo tutti appesi ai su match per quella foga e tensione estrema in ogni partita.

Re di Wimbledon, numero uno al mondo, sei Slam e 49 tornei vinti: è questa la migliore versione di Boris Becker.

Fonte “Le leggende del tennis” Angelo Mangiante.

Continueremo ovviamente a breve con un altro fuoriclasse, intanto continuate a seguirci per effettuare le vostre scommesse online, con quote online sempre ai massimi livelli nei nostri siti stranieri non aams, con la sezione dedicata anche ai casino online e bonus benvenuto.

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