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Martina Navratilova
Aprì una nuova epoca alzando ulteriormente l’asticella e la meticolosità della preparazione muscolare affidandosi a staff tecnici e fisici in precedenza mai così numerosi nel circuito. Curò fino in fondo l’alimentazione dopo un inizio in cui anche lei non era così scientifica nella metodologia, portandosi dietro qualche chilo di troppo, lasciando spazio solo a massa magra e muscoli tirati. Un percorso poi ripreso da campionesse dominanti sul piano fisico come Steffi Graf o Maria Sharapova fino all’avvento della Williams.
In questa risoluzione copernicana, la figura di Billie Jean King rappresenta una fonte di ispirazione per Martina. La King aveva vinto dodici titoli dello Slam, tra i quali sei Wimbledon. In doppio con Martina vinse anche il suo ultimo titolo a Wimbledon nel 1979.
Aveva uno splendido tennis di attacco, molto potente. Senza paura neppure fuori dal campo, paladina della parità uomo-donna e fondatrice della Wta. Il rapporto speciale tra lei e Martina portò per la prima volta la consapevolezza che anche il montepremi nel circuito femminile dovesse avvicinarsi sempre più a quello maschile, fino ad avere la stessa distribuzione del prize money.
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Non a caso le epiche sfide tra Martina e Chris Evert avevano il tutto esaurito e le stesse attenzioni mediatiche delle più spettacolari partite del Tour maschile. Una grande conquista arrivata grazie a Billie Jean King che non si è mai tirata indietro anche nel giudizio su Martina: “è la più grande giocatrice di singolare, doppio e misto che sia mai esistita. Le grandi dominano per un decennio, Martina invece per più generazioni”.
Superò la stessa Billie Jean King e Margaret Court, l’australiana che aveva dominato l’era precedente.
La Court era nata nel 1942, capace di infilare nel 1970 il Grande Slam, come Connolly nel 1953 e Steffi Graf nel 1988. Sfruttò un tennis femminile che negli anni Sessanta era ancora indietro nella competitività ad alto livello, un circuito in cui allora tantissime tenniste disertavano gli Australian Open, poco considerati. Tanto che la Court vinse undici titoli dello Slam in Australia, nella triste solitudine di edizione modeste come campo di partecipazione.
Per questo si suoi ventiquattro titoli dello Slam sono stati agevolati dall’epoca in cui giocò, rospetto a quella molto più forte come competitività avversarie in cui si afferrò Martina Navratilova, nata quattordici anni dopo la Court…
Fonte “Le leggende del tennis” Angelo Mangiante.
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