Tennis: Stefan Edberg, il gentiluomo svedese
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STEFAN EDBERG
Proprio contro Mats Wilander era arrivato il primo trionfo in uno Slam per Edberg: nell’Open di Australia del 1985. Quell’edizione si giocava ancora sull’erba, nel vecchio stadio del Kooyong.
Aveva solo diciannove anni Edberg, ma già una grande bellezza nel gioco. Salvò due match point contro l’esperto australiano Wally Masur negli ottavi di finale.
Sullo slancio in semifinale vinse un’altra incredibile maratona piegando, Ivan Lendl 9-7 al quinto set. Per completare il capolavoro in finale contro Wilander. Mats aveva prima di allora già vinto tre Slam: a diciassette anni il Roland Garros, nella mitica impresa, e si era già messo in tasca le due edizioni precedenti, 1983 e 1984, degli Open d’Australia.
Due anni in più di esperienza e di vittorie non fermarono però la corsa di Edberg che nell’unica finale tutta svedese battè 6-4, 6-3, 6-3 l’amico Mats. Era l’inizio della grandissima carriera di Edberg.
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In grado di ripetersi in Australia due anni dopo. Stavolta contro Pat Cash che poi quell’anno andò a vincere Wimbledon in finale su Ivan Lendl. La finale tra Edberg e Cash fu una sorta di manifesto del gioco di volo.
Un attaccante all’assalto l’australiano, un acrobata del net lo svedese. L’ultima edizione disputata sull’erba di Kooyong, prima del trasloco sul cemento di Melbourne Park, non poteva avere epilogo più spettacolare. Vinse Edberg 6-3, 6-4, 3-6, 5-7, 6-3.
Tra gli applausi dello sportivissimo pubblico australiano e la delusione finale dell’idolo di casa Pat Cash.
Non tutto è stato dorato. Il tabù del Roland Garros ha pesato in una carriera in cui ha vinto due volte in tutti gli altri Slam.
A Parigi la grande occasione è arrivata nel 1989. In semifinale giocò una formidabile partita d’attacco contro Becker. Una maratona disputata sempre sul filo della rete, come il suo avversario.
Finì con il punteggio di 6-3, 6-4, 5-7, 3-6, 6-2 per Stefan, in un match che sembrava potesse essere la finale anticipata.
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Invece, la finale vera, contro la sorpresa Michael Chang, si rilevò un lungo dramma.
Edberg andò avanti due set a uno e poi nel quarto set ebbe numerose palle break. Chang lo costringeva a giocare sempre un colpo in più con una regolarità e dei e dei numeri mostruosi. Perso il quarto set, Edberg riprese subito un break di vantaggio al quinto.
Sembrava che potesse essere la volta giusta per il tanto atteso primo trionfo sulla terra e invece Chang completò la rimonta in quinto set pazzesco.
Di sicuro la terra battuta toglieva a Edberg quella meravigliosa creatività sottorete che la lentezza della superficie rendeva meno temibile, ma era comunque una lezione da manuale del tennis quella che mostrava anche sulle superficie lente.
Fonte “Le leggende del tennis” Angelo Mangiante.
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