Buenos Aires si ferma di nuovo per Diego Armando Maradona. Questa volta, però, non si tratta di una celebrazione, ma di un momento carico di dolore e tensione: il processo per stabilire le responsabilità della sua morte si è aperto con un colpo di scena sconvolgente. Durante la prima udienza, il pubblico ministero Patricio Ferrari ha mostrato in aula una foto scioccante del corpo senza vita del Pibe de Oro, gonfio e abbandonato in condizioni definite “disumane”. “Guardate, così è morto Maradona”, ha dichiarato il magistrato, scatenando un’ondata di emozione e rabbia.
Le figlie di Diego, Dalma e Giannina, presenti in aula, sono scoppiate in lacrime, incapaci di trattenere lo shock di fronte a quell’immagine terribile. A consolarle, la sorella Jana, mentre la tensione in aula saliva vertiginosamente. La scena, ripresa e trasmessa in diretta streaming sul canale ufficiale della Corte Suprema della provincia di Buenos Aires, ha fatto il giro del mondo, diventando immediatamente virale tra le news calcio e le news sport internazionali.
SOTTO ACCUSA L’INTERO STAFF MEDICO
Sul banco degli imputati ci sono otto professionisti tra medici e infermieri, tra cui il neurochirurgo Leopoldo Luque, medico personale di Maradona, e la psichiatra Agustina Cosachov. Sono accusati di omicidio semplice con dolo eventuale per aver, secondo l’accusa, abbandonato l’ex campione a un destino ormai segnato.
L’ingresso degli imputati al tribunale di San Isidro è stato accompagnato da urla e insulti: la folla presente li ha accolti gridando “assassini”, segno di un dolore che ancora brucia nel cuore dei tifosi argentini. Ad aggiungere ulteriore tensione, l’ex moglie di Maradona, Veronica Ojeda, che si è scagliata verbalmente contro la Cosachov, lasciandosi andare a un pianto disperato.
Ma il processo non riguarda solo le responsabilità mediche. Dalma Maradona, in un’intervista rilasciata poche ore prima dell’udienza, ha parlato apertamente di un possibile complotto: “Vogliamo sapere chi ha assunto queste persone, chi ha pagato i loro stipendi e chi ha gestito la casa in cui mio padre è stato lasciato morire”. Accuse pesanti che alimentano ulteriormente il mistero attorno agli ultimi giorni di vita del Diez.
UN PROCESSO CHE FA TREMARE L’ARGENTINA
Il pm Ferrari ha sottolineato con fermezza che le prove raccolte nel corso di un anno di indagini sono solide e incontrovertibili: “Abbiamo costruito un’imputazione senza falle. Gli imputati sono direttamente responsabili della morte di Diego Armando Maradona, avvenuta tra l’11 e il 25 novembre 2020 nella cosiddetta ‘casa degli orrori’”.
Secondo la ricostruzione, Maradona sarebbe stato lasciato in uno stato di totale abbandono, senza ricevere le cure necessarie per prevenire la crisi cardio-respiratoria che lo ha stroncato il 25 novembre 2020, all’età di 60 anni. La sua residenza nel Tigre, alla periferia di Buenos Aires, dove stava convalescendo dopo un intervento alla testa, si sarebbe trasformata in un luogo di sofferenza e incuria.
Mentre il processo prosegue, in Argentina e nel mondo si continua a discutere su questo caso che ha scosso non solo il calcio, ma anche l’opinione pubblica. Gli appassionati di news calcio e news sport seguono con attenzione ogni dettaglio, mentre il popolo argentino chiede giustizia per il suo eroe.
TRA GIUSTIZIA E SPECULAZIONE
Oltre alla dimensione giudiziaria, la morte di Maradona ha acceso i riflettori anche sul mondo delle scommesse online e delle schedine online, settori che negli ultimi anni sono esplosi e che spesso si intrecciano con il mondo del calcio. Non sono mancati i retroscena su interessi economici dietro la gestione del campione nei suoi ultimi anni di vita, sollevando dubbi su chi realmente avesse a cuore il benessere di Diego e chi invece lo sfruttasse per fini personali.
Mentre il processo va avanti, l’attenzione resta alta. Il calcio mondiale ha perso uno dei suoi più grandi interpreti, ma la battaglia per la verità e la giustizia continua. E chissà se, alla fine, il verdetto riuscirà a placare il dolore di una nazione intera, ancora incredula di aver perso il suo re.
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