Olimpiadi: Los Angeles 1932
Nel 1932 le Olimpiadi si disputarono a Los Angeles. Fu proprio in quella occasione che le Olimpiadi si scoprirono spettacolo.
Alla cerimonia inaugurale assistettero ben 100 mila spettatori per un incasso di oltre sei milioni di lire italiane di quel tempo.
Mentre nel 1904 gli americani non si erano quasi accorti di aver ospitato le Olimpiadi, incorrendo dunque in una superficiale organizzazione, nell’edizione del 1932 si seppero ampiamente riscattare.
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Per la prima volta furono in gara anche i cinesi. Naturalmente la lontananza restrinse al minimo il numero dei partecipanti, ma questa volta però i pochi atleti (1429 in rappresentanza di 40 nazioni) uscivano da durissime selezioni: a Los Angeles dunque andarono veramente i più forti atleti del momento. E fu proprio Los Angeles a creare il primo grande villaggio olimpico.
Verso Santa Monica, alla periferia della città, immerse nel verde, vennero alzate 550 villette prefabbricate, arredate con gusto ed equipaggiate per ogni esigenza.
Ogni nazione aveva il suo refettorio ed un cuoco specializzato in piatti nazionali.
In atletica tutti i risultati furono a quelli ottenuti quattro anni prima ad Amsterdam, fatta eccezione per il salto in lungo. Nelle sei gare di atletica femminile si ebbero sei primati mondiali e la prevalenza degli Stati Uniti. L’unico titolo non americano andò alla polacca Walasiewicz che si aggiudicò 100 metri. Successivamente la giovane si intrattenne negli Stati Uniti e semplificò il proprio nome in Walsh.
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Drammatico fu l’arrivo dei 5000 metri: l’americano Hill ed il finlandese Lehtinen giunsero nella finale spalla a spalla. Era leggermente in vantaggio Hill che ebbe però la sfortuna di inciampare proprio negli ultimissimi metri. Per un soffio vinse così il finlandese, continuando la tradizione. Entrambi vennero accreditati dell’ottimo tempo di 14’30”.
Le gare di nuoto segnarono l’avvento dei giapponesi i quali ottennero grandi risultati e si imposero, nelle gare maschili angloamericani nella quasi totalità delle gare. In campo femminile invece la superiorità statunitense resistette bene.
L’Italia si classificò seconda nella classifica per nazioni: dodici medaglie d’oro, dodici d’argento e tredici di bronzo assicurarono ai nostri azzurri un invidiatissimo piazzamento d’onore alle spalle degli Stati Uniti.
Nell’atletica si registrò lo strepitoso successo nei 1500 metri di Luigi Beccalli.
Il nostro atleta chiamato Ninì era considerato troppo piccolo, 1,67 m, per essere un campione del mezzo fondo.
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A Los Angeles gli avversari erano fortissimi. Ninì smentì ogni previsione. Superò prima gli atleti meno qualificati e poi negli ultimi 200 metri, con uno strappo velocissimo, staccò l’inglese Cornes ed il nero canadese Edwards, il grande favorito.
Le altre medaglie d’oro dell’Italia vennero conquistate nel ciclismo (inseguimento a squadre, corsa su strada individuale con Attilio Pavesi e nella corsa a squadre su strada), nella ginnastica (Romeo Neri nelle parallele, Savino Guglielmetti nel volteggio, Romeo Neri nuovamente nel concorso generale individuale ed a squadre), nella lotta greco-romana (Giovanni Gozzi nei piuma), nel tiro a segno con Renzo Morigi nella pistola ed infine nella scherma: Gustavo Mari nel fioretto individuale e Giancarlo Cornaggia-Medici nella spada individuale.
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